Descrizione
nell’autunno del 1959 piergiorgio odifreddi varcò la soglia del seminario di cuneo. la sua intenzione era quella di diventare un giorno papa, e benedire da una finestra di piazza san pietro la folla estasiata. ma presto imparò che “il cammino che porta al soglio pontificio è più accidentato e tortuoso di quanto un bambino avesse ingenuamente potuto immaginare”. e, soprattutto, che “per poter un giorno comandare bisognava iniziare subito a obbedire” e a essere rispettosi: cosa che già allora non gli piaceva particolarmente. cinquant’anni dopo, il matematico impertinente ricorda quei tempi e, contenendo per una volta il suo abituale tono urticante e provocatorio, scrive con grande rispetto e sincerità a chi papa lo è diventato per davvero. anche se, da scienziato, non abiura al dovere intellettuale di rimanere saldamente ancorato ai fatti della realtà fisica, storica e biologica. ed è dunque costretto a confutare punto per punto il teologo joseph ratzinger, che crede invece in ciò che va “oltre” la realtà e sconfina nella metafisica, nella metastoria e nella metabiologia. in questa lettera si confrontano così due metodi, due atteggiamenti, due visioni del mondo. da un lato il “comprendere per credere”, che accetta prudentemente di dar credito soltanto a ciò che si capisce e si conosce. e dall’altro il “credere per comprendere”, che si azzarda a scommettere su ciò che ancora non si capisce o non si conosce, nella speranza che tutto poi si chiarificherà o giustificherà.
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